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sabato 31 dicembre 2011

Quando le apparenze ingannano, parte seconda...


La verità diffama solo chi ha il carbone umidiccio: Vincenzo Ventura pare che abbia querelato il blog viste le voci che circolano, nella speranza che le verità sul suo conto – in assenza di smentita possiamo reputarle tali – vengano considerate diffamazioni.
Non una sola parola di sconfessione, una risposta delegittimante, on-line o nel giornale che dirige; questo silenzio, in controluce, ufficializza i sospetti precedentemente esposti: Ventura non manifesta estraneità in merito a quei diecimila euro tanto legali quanto eccessivi, tace sul ruolo di addetto stampa che gli spetterebbe, il che dovrebbe consentirci di preferire l’indicativo al condizionale.

Oltre che nell’ambito della circostanza, la querela appare inconsueta anche a livello professionale: la categoria a cui Ventura appartiene ufficialmente – quella dei giornalisti – è in genere la più querelata e la meno querelante, la buona fede dei professionisti impone di considerare la querela una maniera ultima, successiva alla replica o alla rettifica. È evidente che, in assenza di argomentazioni di contraddizione, Ventura ha pensato bene di spostare la difensiva sul campo legale anziché su quello “mediatico”; per la serie: la mia penna non è in grado di difendermi, quella di un avvocato forse sì. Ignora probabilmente la natura a doppio taglio di una querela, che, se persa, raddoppierebbe la sconfitta, solidificando con ufficialità giuridica i sospetti. Ad ogni modo, nel frangente che intercorre fra la presentazione della querela e la proclamazione della sentenza, nulla è certificato, se non l’incapacità di Ventura di annullare i sospetti da sé. Del resto, dove sta la sfumatura diffamatoria nell’indicarlo come concausa di uno spreco di vasta portata (diecimila euro), se ciò è dovuto alla lettura di una determina e non all’invenzione dello scrivente? Che c’è di diffamatorio nel rivelarlo (probabile) designato addetto stampa del comune di biancavilla? Se fosse falso, basterebbe dirlo. E se fosse vero? Le nostre congratulazioni. In allegato, però, due piccoli appunti: non infastidisce il raggiungimento dell’incarico, bensì le modalità di raggiungimento dello stesso; ancora una volta e a costo di apparir ripetitivi, trattasi di incarico fiduciario, e per ingraziarsi Glorioso il nostro Ventura ha urlato a gran voce le inadempienze dell’amministrazione adranita, sussurrando, invece, remissivo e obbediente, le marachelle dei biancavillesi palazzi (e, come visto, prendendone anche parte). Tutto questo, dove? Su un periodico – Symmachia – il cui sito vanta contrarietà alle logiche di partito, espone trionfalmente e solennemente la dicitura: “contro tutte le tirannidi”. Be’, magari sarebbe più completo scrivere: “Contro tutte le tirannidi…o quasi”.
Perché è questo il punto, il retroscena di ipocrisia e incoerenza, la certezza che il giornalismo come lo intende Ventura fa prevalere la componente politica a quella oggettiva. Basterebbe questo a renderlo inadatto all’incarico di addetto stampa, che per deontologia dev’essere scevro dagli schieramenti (nel portafogli di Ventura c’è spazio per qualche tessera del PD), super partes in quanto fondamentale e responsabile (l’ importanza del ruolo in questione è corrisposta e confermata dall’importanza della retribuzione mensile, circa 3000 euro ‘’lordi’’). E dunque Ventura ostenta l’unica cosa che non gli appartiene: l’imparzialità, la rigidità d’animo che gli avrebbe impedito di essere obiettivo nelle sue opinioni e corsivi. Sul suo inchiostro, invece, il nostro Ventura c’ha persino messo i saldi: e ci scapperebbe di suggerire Ferrante, qualora ci leggesse, a farci un pensierino: ‘’delle volte basta poco’’.
Ma occorre solo aspettare, il duemiladodici è alle porte, e la notte di San Silvestro – se quanto appena esposto si rivelasse fondato – di lenticchie Ventura ne mangerà parecchie, in fede a un’antica superstizione monetaria e in prospettiva delle probabili buste paga dell’anno nuovo.
Ciò considerato e in prossimità del nuovo anno, tanti auguri Vincenzo Ventura, l’incoerenza non è reato, smascherarla neppure.

8 commenti:

  1. considerando che ventura è stato addetto stampa dei giovani democratici si può dedurre che non è mai stato super partes , bensì è sempre stato un "uomo" di partito

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  2. ATTACCO PERSECUTORIO
    Nel merito si legge che l'iniziativa,dai documenti da lei prodotti, è stata promossa dal periodico Symmachia e da Auser Biancavilla. Non ha menzionato gli Auser ,non ha menzionato la Ditta che si è occupata di tutta la parte tecnica,non ha menzionato l'Amministrazione comunale. Solo accanimento nei confronti del Ventura.
    STRANO GIORNALISTA
    Lamenta che il giornalista Ventura non ha risposto a mezzo stampa ad un blog ? Si può interloquire con chi ti offende gratuitamente ?Si può interloquire con chi ha un solo bersaglio ,il tuo onore ?Chi crede di essere vittima di un reato, per esempio, un furto non si reca dal ladro per discutere con lui,si reca immediatamente in Polizia.
    QUERELATI E QUERELANTI
    Di solito i giornalisti sono loro i querelati ?Questo dovrebbe farla riflettere sulla correttezza del Ventura che finora si è sempre comportato da vero giornalista riportando i fatti con obiettività, pertanto nessuno mai avrebbe avuto motivo di querelarlo, ritenendo lo stesso disdicevole quanti si comportano in maniera differente.
    GLI UOMINI HANNO LE IDEE
    Lei, ancora, lamenta una " predisposizione " del Ventura verso il PD. Un giornalista non è un contenitore vuoto che non può avere le sue idee e magari manifestarle con lo stesso diritto che è di tutti. Il giornalista ha un solo compito , raccontare i fatti cercando di essere quanto più obiettivo possibile senza mai dimenticare che da uomo ha il suo modo soggettivo-oggettivo di vedere la realtà. Vorrebbe lei togliere ad un uomo la libertà di avere le proprie idee ?
    DUE PESI , DUE MISURE
    Per quanto riguarda la differenza di trattamento riservata da Symmachia nei confronti dei due comuni, lei inocula veleno.Il Comune di Biancavilla ha sempre risposto in maniera positiva e pratica alle richieste provenienti dai cittadini ,richieste fatte proprie o promosse dal periodico Symmachia.Veda la vicenda Coordinamento rifiuti,la mostra fotografica sui riti della Pasqua,la discarica di contrata "Torrette" ecc.Con tutto il rispetto per l'Assessore che lei dice essere stato il mago della situazione, è sempre il Sindaco ad apporre la firma sugli atti.E il Sindaco Glorioso si è dimostrato sensibile alle varie iniziative. Vogliamo fargliene una colpa o vogliamo sparare anche sulla Croce Rossa ? Solo menti contorte possono mettere in relazione queste vicende e legarle ad eventuali promozioni o ad incarichi fiduciari al Ventura.
    IL CORAGGIO DI FIRMARE LE PROPRIE RIFLESSIONI
    Veda potrei firmare queste riflessioni con nome e cognome come si conviene tra persone che hanno coraggio e lealtà ma non lo farò, del resto è già tanto che si risponda a chi usa le parole "scheletri nell'armadi "o frasi simili nei confronti di persone per bene come il Ventura.Si ricorda che di ciascuno di noi parla la propria storia, il proprio vissuto, il proprio passato che è luce sul presente, dal suo modo di presentarsi, invece, non sembra che lei ami la trasparenza, si nasconde dietro l'anonimato per insinuare o far percepire che la persona in questione sia di dubbia reputazione.
    ORIGINI DELLA DIFFAMAZIONE
    Non vi è dubbio che alla radice della diffamazione si ritrovi, secondo alcuni studiosi, il risentimento. Il diffamatore ,di solito,sempre secondo gli studiosi,denuncia e manifesta la debolezza ( la sua propria )che desidera mascherare sotto l'aspetto di forza.Si possono solo avere sentimenti di disprezzo nei confronti di chi attacca la sfera dell'onestà delle persone pur potendo magari criticarne l'operato non condiviso.
    NOTA CULTURALE
    Nell'antica Grecia i delinquenti venivano marchiati a fuoco sulla fronte. Una volta marchiate, queste persone diventavano per gli altri ciò che il marchio indicava.Lei (darle del lei è solo un eufemismo )vorrebbe" marchiare" il suo prossimo invece ci si augura (siamo a Capodanno )che la Magistratura (se vera è la notizia della querela )"marchi"lei magari con cerchi a forma di lenticchie.

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  3. Persone per bene e oneste non ci si nasce, si ci diventa!!!!!

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  4. Simpaticissimo anonimo,
    commentatore del tutto ma difensore di nulla, contrariamente a quanto da lei detto l’offesa non è nostra prerogativa, ed è con questa premessa e con tutto il rispetto che ci permettiamo di informarla di una cosa: le sue capacità interpretative rasentano la demenza, il che causa seri problemi tanto a lei in generale – ce ne duole sinceramente – quanto a noi nello specifico, costretti dal liberalismo (nostro fiero vessillo) e dall’educazione che ci caratterizza a pubblicare il suo commento, con l’obbligo di contro-replica immediata. In primis, di fatti, ci interessa che lei capisca, in secondo luogo si desidera evitare che la sua requisitoria, corposa ma insostanziale, si riveli depistante per i lettori; e allora ecco una mezz’ora del nostro duemiladodici tutta per voi, ma soprattutto per lei, che la merita tanto sebbene aggressivo e un po’ ingenuo. Lei conclude elargendo nozioni di storia, ma la invitiamo a rispolverare la grammatica, capitolo “articoli determinativi”: “Auser” è un ente singolo, perché usare il plurale “gli”? Corretta la forma, passiamo al contenuto. Lei scrive di aver letto che l’iniziativa è stata promossa dal periodico Symmachia (e da Auser Biancavilla). Errato, carta canta: come da noi scritto, è stata promossa da Vincenzo Ventura, in persona e in qualità di direttore del periodico. Sfumature, quisquiglie, è solo amor di precisione nostra. Ci accusa in seguito di non aver menzionato Auser (senza “gli”): è vero, ma dove sta la colpa se la stessa è menzionata nelle determine da noi pubblicate? Ma soprattutto: non abbiamo indicato Ventura come unico soggetto dello spreco (“ci ha messo faccia e nome”, è anche reperibile una foto in cui un felicissimo Ventura si appresta a stappare uno spumante celebrando l’ottima riuscita dell’iniziativa), bensì, come semplice “concausa”, termine che indica una causa non unica che concorre con altre cause. Non abbiamo neppure menzionato – ci accusa – la Ditta che s’è occupata della sfaccettatura tecnica dell’iniziativa. Ma, le chiediamo, cosa c’entra? La ditta in questione non ha mica imposto il prezzo della prestazione mediante armi da fuoco o altro tipo di mezzi costrittivi, senza considerare che in caso di dissipazione è il pagante a rendersi criticabile (specie se si tratta di soldi pubblici), non il pagato che ha libertà di tariffa entro i limiti di legge.
    Altra non-menzione, a suo dire, è quella dell’Amministrazione comunale. Evidentemente le è sfuggito un passaggio, ma niente panico, ci pensiamo noi col seguente copia e incolla: “risulta tuttavia singolare e sproporzionato il finanziamento stanziato dal comune di Biancavilla per la realizzazione dell’evento”.

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  5. Procediamo. La non ricezione di querele non è né merito né demerito, tanto meno indice di obbiettività. È un merito, semmai, subirle vincendo: noi parliamo di statistica e di convenzioni di categoria, dell’atteggiamento tipico per cui si impugna la querela non a tutela della verità ma a fine intimidatorio. Delirando, inoltre, scrive il parallelo secondo il quale colui che subisce un reato non si appella alla propria diplomazia ma alla forze dell’ordine. Ma da quando la lettura di due determine e la certificazione di un sospetto – quello di certo non diffamatorio che prevede che un soggetto sia designato addetto stampa – costituiscono un reato? Quando e come è stata penalizzata la trasparenza? Perché vede, il nostro interesse è proprio la trasparenza, non l’onore professionale di Ventura contro il quale s’è già attivato lui stesso. “Un uomo ha delle idee”, proclama a gran voce e gran maiuscolo, e in minuscolo le rispondiamo che sono proprio le idee a inquinare l’obbiettività che Ventura vanta solennemente. Perché, senza remore lo ripetiamo, non critichiamo la subordinazione o la parzialità (lecite e universali), ma l’ipocrisia.
    Del resto non ci vuol mica granché di coerenza a organizzare mostre fotografiche sulla Pasqua, dietro contributo comunale, gesto di grande utilità sociale e complicatezza organizzativa: insomma, menomale che c’hanno pensato loro.
    Due parole pure sulla questione “discarica a contrada Torrette”, in fondo ne ha bisogno. L’assessore Lavenia rivendica pubblicamente l’esclusività del suo impegno personale per la risoluzione del problema. Autografare atti non è gesto faticoso o meritevole di gratitudine o riconoscenza, e, nonostante il volto pio, non ci risulti nemmeno che Glorioso possa esser associato alla “Croce Rossa” – solo una mente contorta può mettere in relazione i due elementi – e, per quanto le sue metafore possano essere interessanti, è altrettanto interessante che non si eluda l’incarico (presunto) di Ventura, così come il fatto che ad oggi non ha né confermato né smentito.

    ...CONTINUA NEL PROSSIMO COMMENTO...

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  6. La differenza di trattamento, proseguendo, è talmente palese da essere quasi perentoria. Emblematica la battaglia relativa ai gettoni di presenza dei consiglieri, insistente e severa ad Adrano, gracile e ridente a Biancavilla. Le remore dei consiglieri Adraniti vennero spiattellate in prima pagina con tanto di editoriale, quelle dei consiglieri biancavillesi vengono liquidate con: ‘’non pervenute’’. E attendono risposta con pazienza e fiducia, senza fare lo stesso rumore che fecero ad Adrano, tanto si tratta di documenti pubblici, è normale che siano resi inaccessibili. Fra le altre cose (un suggerimento), sul sito del comune c’è la pubblicazione mensile dei suddetti gettoni: un po’ stupidi, o solo faziosi?
    Quanto all’anonimato, dietro le riflessioni scritte su questo blog ci sono, ben visibili, tutti i ragazzi che si identificano con “Biancavillattiva”, coi loro nomi e i lori volti, senza considerare che, per quanto mancante di firma, a ogni singolo articolo risponde, anche giuridicamente, il titolare del blog, altro nome e cognome tangibile.
    Tutto questo, è nostro dovere precisarlo, senza marginalizzare la concreta questione dell’articolo tanto criticato: come giustificare lo spreco? E che dire dell’incarico di addetto stampa? Ne approfittiamo per qualche precisazione. Sino al 2008 la retribuzione minima di un addetto stampa non poteva scendere sotto i 3000 euro “lordi”, successivamente, per volontà legislativa, venne dato libero margine di scelta ai singoli enti che, da soli e valutata la propria disponibilità economica, possono quantificare il compenso. Il comune di Belpasso, per dirne uno non lontanissimo, forte della nuova normativa ha ridimensionato a circa 1200 euro, per di più indicendo un concorso per l’ottenimento del ruolo, metodo decisamente più meritocratico della mera nomina, e soprattutto TRASPARENTE (certamente non la trasparenza che sconosce lei). Celebrare le luci di un sindaco e tacerne le ombre, infatti, è semplice; vincere un concorso lo è un po’ meno.
    Col cuore, infine, la ringraziamo per la sua perla di cultura arcaica: non tutti rispolveriamo i libri delle superiori. Certe pratiche di valenza storica, tuttavia, ci risultano estranee e abominevoli anche se riproposte con tonalità beffarda e virgolette, e – permetta anche a noi di improvvisare un po’ di sociologia – denota in chi ne desidera la ri-applicazione un animo reazionario e coercitivo, che nel suo caso traspare nell’intero suo commento. La Grecia antica che cita fu culla effettiva ed etimologica della democrazia, forma di stato in virtù della quale noi scriviamo di sprechi e ipocrisie e in spregio della quale lei auspica “reati” di stampa e marchi formato leguminose.
    Auguri, carissimo, che l’anno nuovo le porti un po’ di acume.
    BIANCAVILLATTIVA

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  7. ma io dico che cosa c'entra adesso che si doveva citare anche la ditta che si è occupata della parte tecnica..che c'entra? boh non me lo riesco a spiegare

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  8. a allora il criterio della correttezza di un giornalista è il fatto di avere ricevuto o meno querele..peccato che fino ad ora ho apprezzato i giornalisti che le querele li ricevono, ritenendoli più corretti di quelli che non le ricevono..magari da potenti che utilizzano lo strumento querela come una minaccia onnipresente nei confronti di chi afferma qualcosa non di loro piacimento (mica questo il caso?

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